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RIFORMA PENSIONI RINVIATA ALLA PROSSIMA LEGGE DI BILANCIO, PRIORITÀ ALLE FLESSIBILITÀ IN USCITA
05 Giugno 2023

L'incontro promosso dal Governo con le parti sociali per discutere delle riforme più urgenti da adottare delude i supporter della riforma pensionistica, che l'esecutivo Meloni rimanda al 2024 per dare priorità al cuneo fiscale

L'incontro promosso dal Governo con le parti sociali per discutere delle riforme più urgenti da adottare delude i supporter della riforma pensionistica, che l'esecutivo Meloni rimanda al 2024 per dare priorità al cuneo fiscale. Inoltre la prudenza del Def aveva anticipato la mancanza di risorse.
Sul lungo periodo bisogna arrivare a un «rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future». Intanto gli addebiti ai lavori sono chiamati a ragionare di pensioni anticipate, con formule di flessibilità in uscita da prorogare, eventualmente nel 2024. Parliamo di Quota 103, Opzione Donna, APE social.

RIFORMA PENSIONI, PROROGA QUOTA 103 CON MODIFICHE
La Quota 103 è attualmente in vigore per il solo 2023, prevede la pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Bisogna decidere se prorogarla anche nel 2024 così com’è o rivisitarla, introducendo di fatto un nuovo strumento di flessibilità in uscita (dopo la progressione degli ultimi cinque anni, con l’avvicendamento delle Quota 100, 102 e infine 103).

RESTYLING OPZIONE DONNA
Su Opzione Donna di quest’anno, è stata impressa una stretta sui requisiti, che di fatto si è tradotta in una manovra ad esclusione delle ipotetiche beneficiarie. Sul punto è aperto il dibattito sulla possibilità di tornare alle regole precedenti, caldeggiata per esempio dai sindacati. Attualmente l’Opzione Donna richiede 60 anni di età e 35 anni di contributi entro la fine del 2022 (un anno di età in meno per ogni figlio, fino a un massimo sconto di due anni). E, in più, l’appartenenza a una delle seguenti tipologie: lavoratrici licenziate o dipendenti di imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa, caregiver da almeno sei mesi, riduzione della capacità lavorativa superiore o uguale al 74%. Le ipotesi di maggior flessibilità chiedono di eliminare questi ultimi requisiti, tornando ai soli paletti di età anagrafica e contribuzione.

RIFORMA PENSIONI, INCOGNITA APE SOCIALE
L'APE Sociale viene prorogata così com’è da qualche anno. Consente di andare in pensione a 63 anni e 30 o 36 anni di contributi ai lavoratori appartenenti a una delle quattro categorie ammesse: caregiver, riduzione capacità lavorativa pari almeno al 74%, disoccupati involontari che abbiano terminato di percepire il sussidio, addetti a mansioni gravose. Nei primi tre casi il requisito contributivo è pari a 30 anni, per i lavori gravosi sale a 36 anni.

LA RIFORMA PENSIONI RINVIATA ALLA LEGGE DI BILANCIO 2024
Il tavolo tecnico del Governo ha sostanzialmente disposto i temi sul tappeto, cui dovranno confrontarsi gli addetti ai lavori sulle pensioni. Rinviata la tanto attesa riforma pensionistica, l'orizzonte temporale per arrivare ad una conclusione sembra essere la prossima legge di bilancio. Garantire una solida impalcatura del sistema previdenziale è l' obiettivo di lungo termine annunciato dall' esecutivo di Governo, per evitare il manifestarsi di una bomba sociale nei prossimi decenni.



 


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