L’Istituito nazionale assistenza cittadini, unitamente ai principali Patronati del Paese, chiede il ripristino dell’aliquota dello 0,226
Le misure varate dal Governo per fronteggiare il disagio economico di milioni di famiglie nel Paese si traducono in domande e prestazioni che gli Istituti di Patronato rendono alla popolazione. C’è un mondo di operatori specializzati e uffici di prossimità che in maniera capillare, su tutto il territorio nazionale, lavora per dare risposte ai cittadini. Una realtà già messa a dura prova nell’ordinarietà delle proprie attività, tra più di 100 prestazioni previste dalla normativa italiana vigente in materia di previdenza, welfare e assistenza. A queste, negli ultimi tempi si sono sommate: Il reddito di emergenza, il reddito di cittadinanza e una moltitudine di bonus legati all’emergenza sanitaria. In sostanza si è raddoppiato il volume delle richieste e delle prestazioni da offrire, ma i fondi messi a disposizione per le attività dei Patronati sono sempre meno. Negli anni il Fondo dedicato invece di essere integrato è stato sempre tagliato.
“Questa situazione -spiega Antonio Barile presidente del Patronato Inac-Cia- rischia di far saltare il sistema dei Patronati, che devono strutturarsi in maniera adeguata per dare risposte puntuali alle richieste dei cittadini. Il Fondo -prosegue il Patronato- da cui si sostengono tutte le attività non è sufficiente per tenere in piedi il sistema”.
“Facciamo appello ai ministri del lavoro e dell’economia, Catalfo e Gualtieri, affinché intervengano urgentemente -prosegue Laura Ravagnan Direttore Generale di Inac-Cia-per dare una risposta concreta, che tarda a giungere nonostante le numerose sollecitazioni portate avanti, da mesi, da tutti i raggruppamenti dei Patronati e a tutti i livelli Istituzionali”.
“Se non viene ripristinata l’aliquota dello 0,226 per alimentare il Fondo, come avveniva in precedenza, e questa misura non viene accompagnato da un’integrazione di almeno 56 milioni di euro, è concreto il rischio chiusura per centinaia di uffici di Patronato. Le conseguenze nefaste facilmente immaginabili -concludono i vertici del Patronato Inac-Cia- con i cittadini che non potranno più ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno”.
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